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  • Tag: ricetta

    • Bunet

      Posted at 2:10 pm by cuocafarlocca
      Mag 14th

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      Tornata sì, ma non ancora a pieno ritmo… ammesso che un ritmo io ce l’abbia mai avuto: più passa il tempo e più mi convinco di non essere una vera blogger, ma continuo ad affacciarmi per chi ancora segue le mie apparizioni sporadiche.

      Era un po’ di tempo che non riprendevo qualche ricetta dal vecchio blog e ho deciso di ripubblicare e ri-fotografare IL dolce dei dolci (almeno per me), il piemontesissimo bunet. E per favore, io l’ho sempre chiamato bUnet, non bonet come sento dire in giro,  e va pronunciato con una bella EEEE aperta – e per favore, NON alla francese con la T muta! Qui siamo alle radici della cucina popolare, niente raffinatezze per piacere.

      Ci sono versioni più o meno elaborate, e la mia è la più semplice (credo). Da piccola l’ho sempre visto cuocere in uno stampo di acciaio da plumcake in cui si faceva caramellare direttamente lo zucchero; ormai ho optato per uno stampo di silicone col foro in mezzo e ho cominciato a preparare il caramello a parte, il tutto in nome di praticità e bellezza- anche se vi confesso che il vecchio bunet a mattoncino, tagliato a fette e mangiato di nascosto direttamente dal frigo mi manca tanto.

      Se riuscite (e non è semplice) non mangiatelo prima di averlo fatto riposare un giorno (o anche due) in frigo: non avete idea di quanto migliori il sapore.

      Ps i fiori non c’entrano con la ricetta ma da già che ho martoriato il melo in giardino meritavano una foto.

      fiori1

      INGREDIENTI

      1 l di  latte intero (o 3/4 di litro di latte e 1/4 di panna)

      80-100 gr di zucchero (a seconda dei vostri gusti: o volete molto dolce o no?)

      60 gr di cacao amaro in polvere (fate 45-50 se non amate l’amaro)

      6 uova

      160 gr di amaretti

      1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia (non è nella ricetta originale ma ci sta bene) o un baccello di vaniglia

      2-3 cucchiai di rum

      Per il caramello: 80 gr di zucchero con 2-3 cucchiai di acqua

      • Accendete il forno a 180 gradi. Preparate due stampi per la cottura a bagnomaria, uno più grande e capiente dell’altro (il più piccolo deve contenere circa 1 l e 1/2 di liquido almeno).
      • Fate scaldare il latte (o il latte con la panna); se usate il baccello invece dell’estratto di vaniglia, tagliatelo a metà e mettetelo nel latte. Lasciate raffreddare un poco. Accendete il forno a 170- 180 gradi (valutate se il vostro forno è aggressivo o meno).
      • Nel frattempo, preparate il caramello. Versate zucchero e acqua in un pentolino dal fondo pesante e mettete a caramellare sul fuoco muovendo ogni tanto il pentolino. Appena il caramello raggiunge un colore ambrato chiaro, spegnete il fuoco e versate il caramello nello stampo più piccolo. Mettete da parte.
      • Tritate gli amaretti ma lasciateli un po’ grossolani, non devono diventare polvere (io li sbriciolo con le mani). A parte, sbattete le uova con lo zucchero poi unite l’estratto di vaniglia (o i semini spremuti dal baccello ammolato), il rum, gli amaretti tritati e mescolate. Versate il latte a filo mescolando.
      • Versate il composto nello stampo col caramello e sistemate con cautela nello stampo più grande. Riempite il secondo stampo con acqua tiepida e mettete a cuocere a bagnomaria in forno per 45 minuti circa, coprendolo con stagnola dopo mezz’ora (io trovo più semplice sistemare lo stampo sulla griglia del forno prima di riempirlo e poi spostare tutto insieme).
      • Per controllare se il budino è cotto, provate a infilare un coltello a lama piatta nel dolce: deve uscirne bagnato ma senza residui (possono volerci anche 50-55 minuti a seconda dello stampo).
      • Sfornate – sempre con la massima cautela, occhio all’acqua ustionante- e lasciate raffreddare completamente; mettete in frigo per almeno 8 ore (meglio 24 però!)
      • Prima di sformare, passate un coltello a lama piatta lungo il bordo dello stampo. Capovolgete su un piatto capiente (ricordatevi  che il caramello può esondare) e servite.

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      Posted in Al cucchiaio, Dolci, Uncategorized | Tagged amaretti, bagnomaria, bonet, budino, bunet, cacao, cucina piemontese, dessert, dolce, piemonte, ricetta, ricette, uova
    • Coniglietti di Pasqua

      Posted at 11:08 am by cuocafarlocca
      Apr 19th

      conigli4a

      Eccomi dopo una lunga pausa che spunto da una buca proprio come un coniglietto… appropriato per Pasqua, no? Prima di cominciare grazie a chi ha seguito il blog anche mentre non lo potevo curare, ci sono state comunque molte visite (per me 70-90 al giorno sono molte per un blog più abbandonato della nave dell’Olandese Volante) e di questo vi ringrazio, tanto più che, non appoggiandomi a sponsor e cose del genere, sono tutte visite spontanee e per me questo vale moltissimo.

      Bene, sbrigati i convenevoli direi che è il caso di mettersi all’opera, Pasqua è già domani, aiuto! Be’, se per voi è troppo tardi ma questi panini vanno bene anche dopo, soprattutto se li preparate per i bambini – e poi potete prepararli anche con forme più tradizionali. Un solo avvertimento: inizialmente avevo pensato di farli con delizioso panbrioche ma il risultato è stato fallimentare: l’impasto molto ricco li ha fatti spiattellare miseramente e l’aggiunta di uova e miele li ha fatti colorire troppo:  una volta cotti era impossibile capire cosa fossero, erano buoni ma tutto il lavoro di bricolage era andato sprecato. Ho poi  provato con un normalissimo impasto per semplici panini al latte e la cosa ha funzionato: non aggiungete, perciò, troppi grassi, l’impasto deve mantenersi morbido ma elastico e compatto; in più, evitate tutte quelle cose che di solito danno un bel colore al pane (cioè uova, malto e miele) perchè in questo caso ci serve un panino non troppo colorito o i poveri conigli sembreranno flambé.

      L’assemblaggio è cosa molto semplice, solo un po’ tediosa: se avete marmocchi per casa arruolate loro per fare coda e orecchie, ne saranno felici e vi faciliteranno il lavoro.

      Mi è stato detto che, più che conigli, assomigliano a pesci-fugu. lo so, sono un po’ cicciotti come conigli ma li trovo simpatici così. Se volete un coniglio più realistico date al pane una forma allungata, ma vi avverto: c’è il rischio di ottenere una teglia di topolini mutanti … a voi la scelta.

      INGREDIENTI

      Per 10-12 conigli

      250 gr di farina per pane (manitoba o mix preconfezionato)

      250 gr di farina 00

      350 ml di latte

      7 gr di lievito di birra liofilizzato

      50 gr di burro fuso o 4-5 cucchiai di olio extravergine d’oliva

      Per la versione dolce: 100 gr di zucchero

      Per la versione salata: 1 cucchiaio colmo di zucchero e 1 cucchiaio raso di sale fino

      • Fate intiepidire (non troppo il latte). Aggiungete 1 cucchiaio di zucchero, 2 cucchiai di farina e il lievito e mescolate. Lasciate riposare per 10 minuti circa, finché non si rianima e inizia a formare schiuma . Nel frattempo mescolate le farine con lo zucchero rimasto (se scegliete la versione dolce) in una ciotola capiente oppure col sale (per la versione salata) e fate sciogliere il burro (sempre che non usiate l’olio)
      • Versate il latte col lievito nella farina e mescolate. Unite il burro fuso o l’olio, mescolate, poi rovesciate sul piano di lavoro e impastate per una decina di minuti, fino a ottenere un impasto liscio ed elastico
      • Formate una palla, mettete in una ciotola unta o imburrata e incidete a croce. Coprite con pellicola e mettete a lievitare in un luogo riparato fino a raddoppio del volume (da 1 a 2 ore in genere, a seconda della temperatura ambiente).
      • Terminata la lievitazione, rimpastate velocemente e formate una decina di palline (all’incirca grandi come mandarini) e disponetele, ben distanziate, su una o più teglie. Dalla pasta avanzata, ricavate tanti salamotti linghi circa 4 cm e piegateli su loro stessi, sigillandoli con un pizzicotto: saranno le orecchie. Ricavate, poi, tante palline grandi come ceci e attaccateli a mo’ di coda (inumiditela un po’ se non si attacca). NOTA: in questa foto l’impasto è un po’ giallo rispetto a quello che otterrete perchè l’ho scattata ai tempi del mio primo esperimento col panbrioche, ignorate perciò il colore e badate solo all’assemblaggio del roditore

      impasto_conigli1

      • Praticate dei forellini con uno stuzzicadenti in modo da dare due piccoli occhietti ai panini. Coprite con un canovaccio e lasciate lievitare ancora 40 minuti circa.

      conigli_crudi1

      • Quando mancano 15 minuti alla fine della seconda lievitazione, accendete il forno a 200 gradi. Una volta in temperatura, infornate per 17-20 minuti.
      • Sfornate e, aiutandovi con una spatola o con una pinza, mettete a raffreddare sulla gratella.
      • Mangiate tiepidi o freddi. Se non li terminate in giornata, possono essere congelati senza problema alcuno.
      • E non dimenticateli nel cesto di Pasquetta!

      conigli1aa

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    • Soufflé cioccolato e noci macadamia

      Posted at 11:53 am by cuocafarlocca
      Gen 10th

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      Alla faccia delle agghiaccianti pubblicità che spuntano da ogni dove quando ci si piazza su internet ordinandoci di disintossicarci, correre e patire, noi ci mettiamo comodi e ci facciamo un bel dolce da leccarsi i baffoni. Tiè.

      Il soufflé al cioccolato è sempre stato uno dei miei dolci preferiti, non molto originale ma chi se ne importa. E’ semplice e veloce da preparare, fa una gran figura e piace sempre a tutti; e poi non so voi ma io gioisco come una marmocchia quando mi trovo davanti un dolce che si mangia caldo. Eh già, io sono freddolosissima e mangio tutto ustionante, e finire una cena con questo (ehm… ma anche mangiarne due COME cena) mi rende un pochino più felice.

      Con questa ricetta ottenete due porzioni abbastanza abbondanti, facilmente convertibili in 4 porzioni piccole. Per i patiti dei numeri, qui ho usato due tazze da tè medie (tipo adatto alla cottura in forno: controllate che sotto riporti la scritta “oven safe”) larghe 9 cm nella parte più ampia e alte 6,5 cm. In alternativa, questa dose va bene per 4 bicchierini da soufflé classici (circa 8 cm di diametro per 4 di altezza), misura piccina ma adatta al fine pasto se per pasto intendete una gran mangiata.

      INGREDIENTI

      2 uova grandi

      70 gr di cioccolato fondente di buona qualità

      30 gr di zucchero di canna chiaro

      1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia

      50 gr di noci macadamia tostate ( potete ometterle del tutto o sostituirle con nocciole tostate)

      • Accendete il forno a 180 gradi. Spezzettate i cioccolato (o tritatelo se è tenace) e scioglietelo a bagnomaria o nel microonde.
      • Tritate le noci o le nocciole.
      • Ungete i bicchierini o le tazze con poco burro o olio dal sapore neutro.
      • Dividete tuorli e albumi in due ciotole diverse. Montate gli albumi a neve.
      • Sbattete lo zucchero con i tuorli finchè duplicano di volume. Aggiungete la vaniglia.

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      • Unite il cioccolato fuso e le noci o nocciole tritate (meno un cucchiaio circa che servirà dopo) ai tuorli e mescolate bene.
      • Aggiungete due cucchiai di albume e mescolate energicamente tanto per rendere più liquido il composto. Unite il resto degli albumi e mescolate con molta delicatezza dal basso verso l’alto. Occhio, il cioccolato tende a tirare un po’ e a restare sul fondo della ciotola.
      • Dividete nei bicchierini o nelle tazze e infornate per 12-15 minuti in caso di contenitori piccoli 15-18 minuti nel caso di quelli più grandi (anche 20 a seconda del forno). Una volta che smettono di crescere (e crescono molto di più di quanto vedete in foto), sono opachi e crepati in superficie dovrebbero essere pronti – non lasciateli troppo o si asciugano tristemente, sono buoni se restano umidi all’interno.

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      • Sfornate, date una spolverata di zucchero a velo e decorate con la granella di noci. Servite subito, immediatamente!
      • NOTA: le noci macadamia le ho aggiunte giusto perchè sotto Natale le ho viste, comprate con entusiasmo senza poi sapere che farne. Se non le avete, non le trovate o non volete saperne di comprarle, vanno benissimo le nocciole come sostituto: in entrambi i  casi, tostatele prima (allargatele su una placca e mettete in in forno a 15 minuti a 180 gradi, mescolando spesso – fatele raffreddare bene prima di tritarle). Però sapete che vi dico? Belle e buone le varianti eh, ma a me il soufflé al cioccolato piace di più senza nulla, liscio e semplice. E a voi? Be’, provate in tutti e due i modi, l’inverno è lungo.

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    • Bark

      Posted at 10:54 am by cuocafarlocca
      Dic 27th

      bark

      “Bark, bark” è il verso del cuoco pigro e/o convalescente. Insomma, alla fine non ce l’ho fatta a pubblicare qualcosa prima di Natale, le mie disavventure ospedaliere me l’hanno impedito. Come se non bastasse, da quando sono tornata a casa devo fare i conti con un violento mal di testa che mi si scatena all’improvviso, soprattutto se mi piazzo davanti al pc, perciò dedicarmi al blog mi è davvero difficile. A dire il vero, è questa la parte più antipatica: il dolcetto che vedete qui l’ho preparato e fotografato – seppur con fatica – prima di Natale, ma poi sono riuscita a scrivere il post. Che posso dirvi… è così che va e durerà ancora per un po’, ho ancora un altro round da superare e spero di non perdere tutti i lettori nel frattempo! Ah, e perdonate le foto un po’ così ma faccio quel che posso, ho ancora una zampa mezza fuori uso e trasportare piatti, tazzine, set e cavalletto mi risulta non facilissimo.

      Vabe’, veniamo al dolce. Cercavo qualcosa di buono, facile e rapidissimo da preparare (per ovvi motivi) e non ho dovuto cercare molto: sui blog americani impazzano questi lastroni di cioccolato guarnito chiamati bark, proprio quello che fa per me. Non si può chiamare nemmeno ricetta, ma a chi importa? Il risultato è qualcosa di goloso a sforzo zero, l’ideale per me e anche per voi: in fondo siete in vacanza o cosa?

      INGREDIENTI

      Non servono dosi precise, fate a occhio! Qui ho usato:

      200 gr di cioccolato fondente 70% cacao (ma usate quello al latte se preferite)

      120 gr di cioccolato bianco

      80 gr di noci pecan

      30 gr di cocco in chips

      70 gr di mirtilli rossi (cranberries) essiccati

      30 gr di zenzero candito

      un pizzico di fior di sale (più che facoltativo)

      vedi sotto per altre varianti

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      • Preparate a portata di mano tutto ciò che vi servirà per la guarnizione. Fate sciogliere i vari tipi di cioccolato separatamente a bagnomaria o nel microonde: questo è l’unico passaggio in cui dovete prestare un minimo di attenzione in modo da non rovinare il cioccolato col calore eccessivo o facendolo attaccare. Spezzettatelo o tagliatelo in pezzi piccoli e regolari (per quanto possibile), mescolate continuamente e scaldatelo il minimo necessario a farlo sciogliere.
      • Appena il cioccolato è sciolto, versatelo su un foglio di carta forno o una tovaglietta di silicone (meglio se leggermente unti con olio dal sapore neutro – io ho usato quello di cocco) e allargatelo con un coltello piatto o una spatola. E qui sbizzarritevi, separate i tipi di cioccolato oppure variegateli – io faccio sempre metà e metà. Se ve lo ricordate, tenetene da parte un paio di cucchiai per tipo, il perchè ve lo dico dopo.
      • Divertitevi a cospargere il cioccolato con ciò che volete, fate qualche ghirigoro sulla guarnizione col cioccolato rimasto e, se volete,  aggiungete il sale (che non manca mai nei veri bark ma se non lo amate fate finta di nulla – io lo metto solo su un angolino, un po’ mi piace ma poi mi stufo subito). Io ho variegato metà cioccolato fondente col bianco, lasciandone metà puro, e ho steso il cioccolato bianco da solo; poi ho usato noci pecan, cocco e cranberries (un po’ divisi, un po’ mischiati) col cioccolato fondente e cranberries e zenzero candito (divisi) con quello bianco.
      • Fate seccare (per fare prima a me è bastato piazzare il tutto davanti alla finestra aperta e l’arietta fresca ha velocizzato tutto), poi servite spezzettato un po’ come capita. Potete spezzettarlo voi ma credo sia più divertente offrirlo ancora sotto forma di monolite e lasciarlo distruggere agli ospiti.

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      Idee sugli abbinamenti che funzionano?

      Cioccolato fondente: noci di ogni tipo, nocciole, mandorle tostate, albicocche essiccate, cocco essiccato, scorzette d’arancia candite, ciliegie essiccate, mirtilli rossi, chicchi di caffè tritati, sesamo, peperoncino… a dire il vero è difficile trovare qualcosa che non funzioni!

      Cioccolato al latte: frutta a guscio a gogo! Nocciole, noci di macadamia, pistacchi, mandorle, pinoli…

      Cioccolato bianco: metteteci qualcosa di acidulo o di amaro e non resisterà nemmeno chi odia questo tipo di cioccolato – ve l’assicuro: perciò mirtilli rossi, amarene essiccate, albicocche disidratate, zenzero candito, chicchi di caffè tritato, gocce di cioccolato fondentissimo etc, etc.

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      E insomma: amici, caffè, chiacchiere e il cioccolato sparirà in un attimo. Per fortuna si riassembla altrettanto velocemente.

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      Non ce l’ho fatta per Natale, ma almeno BUON ANNO ve lo auguro, eh! Grazie a tutti e un bacio grande collettivo 😀

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    • Snickerdoodles

      Posted at 1:07 pm by cuocafarlocca
      Dic 9th

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      Dicevamo? Che avrei cercato di pubblicare nonostante tutto? Come no! Siamo alle solite, il lavoro e i problemi di salute mi hanno fatta sparire ancora. Non so come scusarmi, e devo ancora chiedervi di avere molta pazienza perchè il periodo che mi aspetta è ancora peggio di quello appena trascorso. Che dire: cercherò di fare di tutto per pubblicare almeno una volta a settimana e credetemi, se non lo faccio è perchè davvero non ne ho avuto la forza o il tempo. Spero di ritrovarvi tutti lì quando tutto sarà (speriamo) passato, e capirò se qualcuno si stuferà. Che ci posso fare? C’est la vie, non posso fare più di così e nemmeno posso trattenere nessuno.

      Per ora sono riuscita ad assemblare questi biscotti dal nome buffo – conoscete la mia passione per i  nomi divertenti – ricetta che già avevo pubblicato sul vecchio blog ma che qui ripropongo un po’ variata. La fonte rimane la stessa, il libro delle delizie How To Be A Domestic Goddess di Lady Nigella, e come al solito cambio qualcosina.

      Nome buffo a parte, questi biscotti sono da provare per altri motivi: si preparano in fretta (niente riposi in frigo o trafile particolari) e sono buonissimi, morbidi ma con un involucro croccantino di zucchero di canna. E come profumano!

      INGREDIENTI:

      Per 25- 30 biscotti 

      250 gr di farina 00

      1/2 cucchiaino di lievito per dolci

      un pizzico di sale

      125 gr di burro morbido, a temperatura ambiente (non fuso!)

      1 cucchiaino raso di cannella macinata

      100 gr di zucchero di canna chiaro

      1 uovo

      1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia

      Per rivestire:

      2- 3 cucchiai di zucchero di canna chiaro

      1 cucchiaino colmo di cannella in polvere

      • Accendete il forno a 180 gradi. Mescolate farina, lievito e sale e mettete da parte. Lavorate lo zucchero di canna col burro fino ad ottenere un composto morbido e cremoso. Aggiungete la vaniglia, la cannella, l’uovo e mescolate
      • Incorporate la farina poca alla volta. Impastate fino a rendere omogeneo.
      • A parte, mescolate lo zucchero e la cannella rimasti e versateli in un piatto. Formate tante palline di impasto grandi circa quanto noci e rotolatele nello zucchero misto a cannella.
      • Disponete sulla placca rivestita di carta forno, ben distanziati. Infornate per 15-18 minuti.
      • Sfornate, attendete qualche minuto, poi mettete a raffreddare sulla gratella (ma sono buoni anche tiepidi)

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      • Il risultato può essere un po’ diverso, dipende dalla potenza del vostro forno: il mio scalda in modo dolce e lascia questi biscotti belli tondi, simili (solo nell’aspetto) ad amaretti; normalmente si allargano e schiacciano un po’ di più, perciò se vi succede non allarmatevi (anzi, è quella la versione più autentica).
      • Una parola sull’estratto naturale di vaniglia: è nella ricetta originale, io l’ho trovato in un piccolo negozio qui a Reggio Emilia e si può acquistare online, perciò non mi sono fatta scrupoli a inserirlo nella ricetta. Se, però, non avete occasione o voglia di comprarlo o disponibilità economica per quanto sopra,  metteteci la vanillina e buonanotte. Non è gastro-chic? Meglio di niente,  una volta ogni tanto non casca il mondo e, se proprio qualche pesantissimo fanatico protesta, raccontategli che lo fate per spirito retro- trash-kitsch. Meglio ancora: non dite nulla e vivete in pace.

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    • Panini alla zucca

      Posted at 10:33 am by cuocafarlocca
      Nov 12th

      Panini_zucca

      Li avevo preparati per Halloween ma poi non sono riuscita a pubblicarli – evabe’, per fortuna la zucca è in piena stagione ancora per un po’ e posso ancora propinarveli. E’ una ricetta che ho visto tempo fa su Beyond Kimchee,  un blog in cui le origini dell’autrice (coreana) si fondono con le influenze americane (ora vive negli Stati Uniti) con risultati molto interessanti. Il pane alla zucca è quanto di più americano ci possa essere, è vero, ma in queste miniature ci vedo anche qualcosa di asiatico e perciò dovevo provare  questi panini vincendo la mia naturale avversione per le mono-mini-cibarie.

      Sono più semplici da preparare di quel che sembra, di sapore abbastanza neutro nonostante la zucca e lo zucchero, carini ma non troppo vezzosi; se, poi,  avete poco tempo o poca pazienza, niente e nessuno vi vieta di evitare la forma a zucca e confezionare normalissimi panini tondi. Conviene prepararne una bella quantità e poi congelarli: con 1 minuto di microonde a bassa potenza saranno come appena sfornati. Buonissimi anche tagliati a metà, tostati e ricoperti da un bel po’ di burro e marmellata di albicocche.

      INGREDIENTI (da Beyond Kimchee – con modifiche)

      400 gr di farina manitoba

      300 gr di farina 00

      300 gr di zucca cotta al forno (come? Vedi ricetta del comaut)

      100 ml di latte

      120 gr di zucchero di canna chiaro

      70 gr di burro

      1 bustina di lievito di birra liofilizzato

      1 uovo

      60 ml di acqua tiepida

      uovo per spennellare

      Per decorare: cannella a pezzetti oppure noci pecan tagliate a metà per la lunghezza

      • Fate scaldare il latte, togliete dal fuoco, fateci sciogliere il burro e unite la polpa di zucca ridotta in purè. Mettete da parte a raffreddare. Mescolate l’acqua appena tiepida con 2 cucchiai di zucchero e 2 cucchiai di farina (toglieteli tal totale previsto), coprite e lasciate riposare per 10 minuti in un luogo riparato. Intanto, mescolate le due farine e lo zucchero in una ciotola capiente

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      • Aggiungete l’uovo alla zucca, latte e burro e sbattete leggermente. Quando il lievito ha sviluppato una bella schiuma, versate il tutto nella ciotola della farina, mescolate, poi unite il composto di zucca e rimescolate. Versate sul piano di lavoro e – alè – impastate per una decina di minuti. Coraggio.
      • Se il composto fosse troppo appiccicoso aggiungete farina, ma cercate di non esagerare: usate solo quella che serve a non fare appiccicare la pasta alle mani e staccate la pasta dal piano con una spatola, se necessario. Se è ancora un po’ appiccicoso, prima di fare ulteriori aggiunte provate a compattare l’impasto facendolo cadere rovinosamente sul piano dall’alto un bel po’ di volte- funziona! Quando l’impasto è bello elastico e uniforme, ungete una ciotolona capiente con burro fuso, formate una palla e mettetela sul fondo. Incidete a croce, coprite con pellicola e mettete a lievitare in un luogo riparato fino a farla raddoppiare di volume. Tenete presente che questo è un impasto abbastanza ricco, perciò la solita ora canonica quasi sicuramente non basterà – questo impasto ci ha messo  un’ora e mezza ma potrebbero volercene anche due abbondanti con questo clima.

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      • Quando l’impasto è cresciuto, date due bei pugni per sgonfiarlo, rimpastatelo velocemente e formate delle palline grandi circa quanto mandarini. Schiacciateli al centro col vostro ditone in modo da ottenere un foro, poi  praticate 8 tagli intorno , iniziando da 4 e dividendoli poi a metà. Attenti a non raggiungere il foro con i tagli o perderete i pezzi per strada. Spostate delicatamente i panini con una spatola sulla placca rivestita da carta forno e disponeteceli distanziati di una decina di centimetri (a meno che non abbiate un mega-forno, serviranno due teglie). Ricompattateli un po’, coprite con un telo e lasciate ancora lievitare per 30-40 minuti

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      • Quando la seconda lievitazione è quasi terminata, accendete il forno a 200 gradi. Quando è in temperatura, schiacciate ancora un poco i panini nel centro con un dito per rifare il foro (si sarà un po’ chiuso con la lievitazione), spennellate i panini con uovo sbattuto e infornate per 15-20 minuti circa (fino a coloritura sopra e sotto).

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      • Sfornate e mettete a raffreddare sulla gratella. Una volta freddi, conficcate un pezzetto di cannella (o metà pecan) nel foro e servite. Preparatevi agli “ooooOOOooooooOhhHhh!”

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      Posted in Colazione, Lievitati, Pane&C., Verdure | Tagged brunch, colazione, lievitati, pane, panini di zucca, ricetta, zucca
    • Biscotti sciroppo d’acero e cannella

      Posted at 2:24 pm by cuocafarlocca
      Nov 7th

      acero1

      Con l’avvicinarsi del Natale (lo so, sembra presto ma non lo è nell’universo parallelo di chi scrive ricette) e l’intensificarsi degli impegni di lavoro, ecco che divento latitante sul blog… perdonatemi! Quest’anno, tra l’altro, ci sarò ancora meno a causa di un paio di interventi che rimando da… vediamo… da circa 20 anni (poco, eh) e ce n’è pure un terzo in forse. Comunque sia, cercherò di mettermi avanti con le foto prima di essere immobilizzata per poi scrivere i post in convalescenza: anche azzoppata non vi abbandonerò.

      Altra notizia: dopo averci pensato un po’, ho deciso di togliere – pagando – le inserzioni pubblicitarie dal blog. Sapete già che non partecipo a eventi pubblicitari e non  scrivo post sponsorizzati ma, purtroppo, non avevo potere  sulle inserzioni a fondo pagina che wordpress inserisce ogni tanto. Pensavo non fosse un gran disagio ma mi sono resa conto che, a volte, erano un po’ invadenti e  ho comprato l’opzione “no-ads” per avere un blog del tutto privo di banner. Spero che questo renda la lettura più piacevole – e, per favore, avvertitemi se vedete ancora pubblicità!

      Bon-basta, ora biscottini. Una ricetta facilissima, gustosa e autunnale – anche se, vi dirò,  li vedo bene anche come biscotti di Natale. Non ci sono foto della preparazione perchè 1. sono molto pigra 2. è la solita già vista mooolte altre volte (per esempio QUI). In un periodo non proprio roseo li ho preparati con intento – coccola e l’impresa è riuscita alla perfezione: super- burrosi e profumati, sono un vero balsamo per l’animo ammaccato.

      INGREDIENTI

      Per 30 biscotti circa

      200 gr di farina 00

      120 gr di burro ammorbidito

      50 ml di sciroppo d’acero

      50 gr di zucchero di canna chiaro

      un tuorlo d’uovo

      un cucchiaino raso di cannella macinata

      un pizzico di sale

      Per la granella

      2-3 cucchiai di zucchero di canna chiaro

      1/2 cucchiaino di cannella

      • In una ciotola capiente, lavorate il burro e lo zucchero fino a ottenere un composto cremoso e soffice.
      • Unite il tuorlo d’uovo, amalgamate, poi fate lo stesso con lo sciroppo d’acero.
      • Mescolate farina, sale e cannella e unite al resto degli ingredienti poco alla volta, mescolando. Impastate per rendere il composto uniforme (direttamente nella ciotola va benissimo). Formate una palla, schiacciatela e avvolgete questo disco ciccione con pellicola trasparente. Mettete in frigo per 2 ore.
      • Trascorso il tempo di riposo accendete il forno a 180 gradi. Stendete l’impasto e ritagliate i biscotti (della forma che vorrete, non badate a questa), rimpastando i ritagli man mano che procedete Disponete sulla placca rivestita di carta forno. Mescolate zucchero e cannella per la granella (scusate la rimazza) e distribuite sui biscotti.
      • Infornate per 12-15 minuti (o fino a quando i biscotti saranno appena coloriti ai bordi). Ci vorranno due infornate.
      • Sfornate e lasciate sulla placca, senza toccare, per 5 minuti, poi sollevate i biscotti delicatamente e mettete a raffreddare sulla gratella
      • Conservate in una scatola di latta e mangiate come e quando vi pare.

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      Posted in Biscotti, Colazione | Tagged autunno, biscotti, burro, cannella, cookies, maple, natale, ricetta, ricette, sciroppo d'acero, spezie, zucchero di canna
    • Comaut

      Posted at 10:48 am by cuocafarlocca
      Ott 21st

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      No, non è un’esclamazione in barese stretto, e nemmeno la sigla di una nuova tassa comunale. E’ una sostanziosa zuppa di montagna, una crema di zucca originaria delle valli del cuneese: facile, buona, di stagione e adatta a questo tempo da lupi.

      Ho scorto per la prima volta il nome su un menu in giro per Torino e, una volta a casa, l’ho cercata sul librone “Le Zuppe” di Slowfood: evviva, c’era, e l’ho subito provata. Rispetto alla ricetta vera, però (e te pareva), ho cambiato qualcosa, cioè ho fatto cuocere la zucca in forno prima di aggiungerla alla zuppa. E’ una mia abitudine, trovo che il sapore ne guadagni anche se so di operare una strage di vitamine… mi piace di più, che devo dirvi, mi sembra che il sapore sia più concentrato, la zucca meno filacciosa e poi vogliamo parlare della comodità? Ogni volta che tolgo la buccia alla zucca cruda rischio di amputarmi due o tre dita, lo trovo un lavoraccio e poi ci sono troppi sprechi se si è maldestri come me. Perciò non so voi, ma io vado di forno.

      Se volete fare come me, tagliate la zucca in 4 parti, togliete semi e filamenti, incidete appena la superficie e mettete in forno (su placca con carta antiaderente)  a 180 gradi per 45 minuti. Lasciate raffreddare, poi pelate via la patina che si è formata in superficie e scavate la zucca col cucchiaio: verrà via senza fatica e senza sprechi.

      Se, però, volete seguire la ricetta vera, ve la indico come alternativa e spero di non offendere/scontentare/scandalizzare nessuno. E’ solo una zuppa, dai.

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      INGREDIENTI

      Per 4 buoni cucchiai come piatto unico 

      500 gr circa di zucca cotta – vedi sopra (oppure 1 kg e 1/2 di zucca cruda, pesata con la buccia)

      4-5 patate

      2 carote

      2 cipolle

      1 gambo di sedano

      1 litro e 1/2  di brodo vegetale

      250 ml di latte intero

      un ciuffo di salvia

      50 gr di burro

      sale, pepe, olio extravergine d’oliva

      • Sbucciate patate, cipolle, carote e tagliatele a pezzetti (come capita, tanto poi si passa tutto). Tagliate a pezzetti anche il sedano (che non c’è nella ricetta vera, ma io ce lo metto perchè con tanta roba dolce, come dice la mia amica Simona, “disnausea”); se usate la zucca cruda, fate lo stesso pure con quella dopo averla sbucciata. Fate scaldare abbastanza olio da coprire il fondo di una casseruola capiente dal fondo pesante, versateci le verdure e fate rosolare brevemente.
      • Se seguite la mia versione, unite la zucca cotta; coprite con brodo vegetale. Aggiungete un poco di sale (poco, c’è tempo per aggiungerne dopo), portate a ebollizione, abbassate il fuoco e fate sobbollire per 3/4 d’ora circa (o fino a quando le patate si sfaldano)
      • Passate il tutto (o frullatelo col mixer a immersione), aggiungete il latte e riportate sul  fuoco dolce per 15 minuti circa, mescolando ogni tanto. Tra una mescolata e l’altra, assaggiate per regolare di sale.
      • Quando la zuppa è cotta, mettete il burro e la salvia in un pentolino dal fondo pesante e fate scaldare a fuoco abbastanza vivace, come per un normalissimo burro-e-salvia. Appena il burro inizia a colorirsi spegnete  (dev’essere appena appena dorato e non più scuro).
      • Dividete la zuppa in piatti o ciotole, date una macinata di pepe (se lo gradite, altrimenti nisba), poi versate un po’ di burro aromatizzato in ogni piatto.
      • Se volete, servite con abbondantissimo parmigiano, pane rustico o crostini, poi mangiate e sentitevi tanti bei pascià dalla pancia calda

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      Posted in Comfort Food, Primi&Secondi, Verdure | Tagged carote, cipolle, comaut, comfort food, crema, latte, minestra, patate, piatto unico, piemontese, ricetta, ricette, valli cuneesi, zucca, zuppa
    • Tenerina ferrarese

      Posted at 10:39 am by cuocafarlocca
      Ott 16th

      tenerina1

      Non fatevi ingannare dal nome: non si riferisce a mancanza di carattere (tutt’altro) ma alla consistenza di questo dolce delizioso. E’ denso e tenero (nel senso che si sbriciola facilmente), simile ai brownies nell’aspetto ma, secondo  me, immensamente superiore per sapore, profumo e leggerezza. Come se non bastassero questi motivi per adorarlo, è anche il dolce tipico di Ferrara, città che mi ha ospitato per due anni e per cui provo una gran nostalgia. Mi consolo con un quadratino di questa, va’.

      Nota: la vera tenerina è senza farine di alcun genere; molti, però, aggiungono poca farina, fecola o amido di mais per rendere la consistenza più leggera e la torta più alta e maneggevole; io vi riporto quest’ultima variante ma, se volete, potete provare la versione originale e otterrete una dolce più basso, crepato in superficie, con una consistenza più densa, simile al mou. Buonissima in tutti e due i modi.

      INGREDIENTI

      200 gr di cioccolato fondente di qualità

      100 gr di burro

      80 gr di zucchero (100 se non vi piace l’amaro del fondente)

      2 uova, a temperatura ambiente

      2 cucchiai colmi di maizena (o farina)

      un cucchiaino di estratto naturale di vaniglia (o i semi di un baccello)

      zucchero a velo

      • Accendete il forno a 180 gradi. Foderate uno stampo quadrato (20×20, per intenderci: quello dell’ikea) con due fogli di carta forno incrociati (oppure imburrate lo stampo ma con la carta si estrae meglio la torta). Triturate grossolanamente il cioccolato.
      • Fate sciogliere il burro e il cioccolato separatamente e a bagnomaria (oppure nel microonde) e lasciate raffreddare un poco

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      • Dividete le uova (albumi e tuorli) in due ciotole separate. Montate gli albumi a neve ferma. Unite lo zucchero ai tuorli e frullate finchè il composto è bianco e spumoso.
      • Unite il burro fuso ai tuorli, mescolate, poi aggiungete la maizena poca alla volta passandola a setaccio (mescolate mentre aggiungete). Unite l’estratto di vaniglia, il cioccolato fuso e amalgamate bene.
      • Aggiungete due cucchiai di albumi montati e mescolate energicamente per ammorbidire l’impasto. Unite i rimanenti albumi e mescolate con molta delicatezza, dal basso verso l’alto
      • Versate nello stampo e infornate per 25-30 minuti: alla prova stecchino la torta deve rimanere umida nel centro perciò non va cotta troppo.

      tenerina3

      • Sfornate, aspettate 15 minuti circa, poi estraete la torta sollevando la carta e mettete a raffreddare sulla gratella. Quando è ben fredda, tagliate a quadretti, date la spolverata di zucchero a velo d’ordinanza e servite. Migliora dopo 1-2 giorni di riposo, ben avvolta con stagnola

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      Posted in Dolci, Facili&Veloci, Torte | Tagged cacao, cioccolato, dessert, dolce veloce, ferrara, intolleranze, ricetta, ricette, senza farina, senza glutine, tenerina, tenerina ferrarese, torta morbida, vaniglia
    • Torta Benvenisti

      Posted at 1:48 pm by cuocafarlocca
      Ott 11th

      benvenisti1.1

      Quando ho deciso di aprire un blog l’ho fatto soprattutto per noia (più precisamente per non impazzire a causa della combinazione letale malattia + disoccupazione), senza un minimo di basi e senza la più pallida idea di come si facesse una foto – abbastanza per essere considerati incompetenti a vita, insomma. Eppure sapevo che uno spazietto per me c’era comunque, così come c’è un tipo cibo che sopravvive da secoli anche senza alta cucina, senza competenze specifiche e senza belle foto;  io conosco solo quel tipo di cucina, e l’ispirazione mi è arrivata da libri bellissimi e senza fronzoli come  Buon Appetito, Elia!, un ricettario unico per molti motivi.

      Anzitutto è unico perchè l’autrice è una scrittrice, Elena Loewenthal: è un vero piacere scorrere le pagine di questo piccolo gioiello di aneddoti e umorismo e, per quanto io possa cercare di spiegarvi quanto la lettura allieti e diverta,  non riuscirò mai a rendere il colore e il carattere di quest’opera. Su amazon non è più disponibile da tempo ma potreste trovarne ancora qualche copia in giro; in tal caso, sfogliatelo e soffermatevi su qualche passo: vi assicuro che non potrete fare a meno di portarvelo a casa, che vi piaccia cucinare o che lo detestiate.

      E’ anche (ehm no, è soprattutto) una raccolta di ricette ebraiche, spesso in più varianti (e per ovvi motivi), ricette di casa, piatti per le occasioni speciali (ma nulla di complicato o pretenzioso) e – soprattutto- cibo per tutti i giorni. Questo libro compie, con garbo e leggerezza, una vera operazione di filologia culinaria, svela origine e significato di piatti antichissimi, alcuni rimasti immutati, alcuni mutati in mille modi nel tempo e nei vari paesi in cui sono approdati: che l’aspetto religioso vi riguardi o meno, è comunque una lettura coinvolgente, un modo per ricordarci  delle nostre radici e della nostra comune origine.

      E’ un libro di sola sostanza e zero apparenza, senza nemmeno una foto. Incredibile al giorno d’oggi.

      E poi è un libro col mio nome, forse l’unica occasione che mai avrò di vederlo in copertina.

      Scherzi a parte,  il nome è quello del profeta, non il mio (accidenti!) ma mi rendo conto che l’argomento richiederà un post apposito e non è il caso di dilungarmi qui. Passiamo al dolce.

      E’ una torta antica ma asseconda esigenze moderne: senza latte e senza glutine, semplice da preparare e buonissima. E’ soffice e leggera, una torta coi fiocchi –  e a nessuno verrà in mente che sia “senza” qualcosa. La descrizione migliore è quella dell’autrice: ” […] si fa in un attimo ed è buona per Pasqua ma anche per qualunque altra occasione. Se poi non si presenta alcuna occasione, è buona lo stesso.”

      INGREDIENTI

      Per uno stampo da 22 cm di diametro (vedi fine ricetta per una nota sulle mie variazioni)

      300 gr di mandorle

      150 gr di zucchero (250 nella ricetta originale, per me troppi)

      150 gr di cioccolato fondente.

      6 uova

      1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia

      • Questo passaggio non c’è nel libro ma, per questo dolce,  io preferisco tostare leggermente le mandorle prima di tritarle: se volete fare come me, comprate le mandorle ancora da pelare, poi tuffatele in acqua bollente, lasciatele bollire un minuto, spellatele e asciugatele con un canovaccio pulito.  Rivestite placca da forno con carta antiaderente e tostate le mandorle nel forno a 160 gradi per 10-15  minuti circa, girandole spesso. Toglietele dal forno e lasciatele raffreddare del tutto, poi tritatele finemente.  Se trovate mandorle già pelate e tostate o farina di mandorle di buona qualità potete saltare qualche passaggio, ma in generale trovo che la farina di mandorle sia tremenda e che spesso abbia un sapore tendente al rancido. Le mandorle già pelate ma non tostate, poi, generalmente sanno di sapone e sembrano fatte di cera:  abbastanza per vincere la pigrizia e fare da soli  (e ci si può sempre mettere avanti il giorno prima, volendo)
      • Portate il forno a 180 gradi. Grattugiate il cioccolato – eh sì, una fatica, ma se avete un mixer con i dischi rotanti (detto così sa un po’ di Goldrake ma vabe’, avete capito cosa intendo) si fa in un attimo- altrimenti olio di gomito e via

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      • Dividete le uova (albumi da una parte e tuorli dall’altra) in due ciotole diverse, entrambe piuttosto capienti. Montate gli albumi a neve ferma e mettete da parte. Unite lo zucchero ai tuorli e date una frullata fino a renderli bianchi e spumosi.
      • Unite (nell’ordine) la vaniglia, le mandorle tritate e  il cioccolato a scaglie ai tuorli mescolando sempre tra le varie aggiunte. Aggiungete un paio di cucchiai di albume montato a questo composto e mescolate energicamente per ammorbidirlo un po’. Unite i rimanenti albumi e mescolate dal basso verso l’alto, questa volta con molta ma molta delicatezza

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      • Versate nello stampo (a fondo rimovibile rivestito di carta forno e unto ai bordi) e infornate per 45 minuti circa. Alla prova stecchino la torta dev’essere umida, con poco impasto attaccato allo stecchino (appiccicoso ma non liquido)

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      • Sfornate, fate riposare 20 minuti circa, poi sformate con estrema cautela e mettete a raffreddare sulla gratella. Mangiate solo quando è completamente fredda e, se potete, aspettate il giorno successivo: non fa che migliorare  (ma se non la mangiate subito abbiate cura di avvolgerla con stagnola o seccherà)

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      • Nota: la vera ricetta, che riprende una fonte più che autorevole (La cucina nella tradizione ebraica di Giuliana Ascoli Vitali-Norsa), indica di usare meno cioccolato poichè questo viene aggiunto solo a metà del composto, lasciando l’altra metà con mandorle soltanto per poi alternare  cucchiaiate chiare e scure al momento di versate l’impasto nello stampo; io ho preferito aumentare il cioccolato e ottenere una torta uniforme, ma se preferite una torta più autentica dimezzate il cioccolato e tornate all’originale.
      Posted in Colazione, Dolci, Libri, Torte, Uncategorized | Tagged benvenisti, buon appetito elia, cacao, cioccolato, cucina ebraica, dolce, Elena Loewenthal, mandorle, ricetta, ricette, senza glutine, senza latte, senza latticini, torta, tradizione
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